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Perché iscriversi ad AssociALi, secondo Benedetto Saraceno e Nerina Dirindin

Abbiamo chiesto la Benedetto Saraceno e Nerina dirindin cosa significa essere soci dell’Associazione e perché è importante continuare a portare avanti queste battaglie.

Come sapete, prima dell’estate sono stati nominati quattro nuovi soci onorari dell’Associazione Alessandro Liberati – Cochrane Affiliate Centre – cui va il nostro riconoscimento per il ruolo svolto nel corso delle loro carriere a difesa di una ricerca scientifica etica e rigorosa, di un’assistenza sanitaria centrata sui bisogni dei pazienti, di un Servizio sanitario nazionale egualitario. Abbiamo chiesto loro cosa significa essere soci dell’Associazione e perché è importante continuare a portare avanti queste battaglie.

Benedetto Saraceno, segretario generale del Lisbon Institute of Global Mental Health

“Essere socio e collaborare con l’Associazione Alessandro Liberati – Cochrane Affiliate Centre significa condividere pienamente uno dei grandi sogni/obiettivi di Alessando Liberati: difendere i diritti di chi è malato. Tali diritti vanno difesi per dare protagonismo vero ai malati che dallo stato di soggezione passiva cui spesso li costringe la Medicina devono divenire cittadini attivi, consapevoli e critici. Dunque, è fondamentale stimolare la partecipazione attiva dei cittadini, malati e sani,  nella acquisizione di un atteggiamento informato e critico nei confronti dell’uso dei servizi sanitari. Difendere i diritti di chi è malato non è solo una azione etica ma presuppone anche una visione che promuova la medicina basata sulle evidenze. Infine, difendere i diritti dei malati è importante per i malati e le loro famiglie ma anche per tutti i cittadini che devono comprendere le implicazioni etiche e sociali di ogni scelta che viene fatta nel campo delle politiche di assistenza e cura”.

Nerina Dirindin, presidente Associazione Salute Diritto Fondamentale

“È importante continuare a impegnarsi per difendere il Servizio sanitario nazionale perché abbiamo avuto la fortuna di vivere in un Paese che ha saputo dotarsi di un servizio sanitario disegnato in modo da garantire a tutti, indistintamente, le cure necessarie, liberando così ogni persona dal rischio di trovarsi di fronte a una decisione tragica, quella di dover rinunciare alle cure – per sé o per un proprio caro – a causa del loro costo. E vorrei che questo grande patrimonio venisse consegnato intatto alle generazioni più giovani, dalle quali lo abbiamo preso in prestito. Sul piano tecnico, perché i sistemi universalistici di tutela della salute – in quanto capaci di evitare i malfunzionamenti dei mercati assicurativi causa di inefficienze e iniquità – possono favorire il raggiungimento di più elevati livelli di benessere per l’intera collettività”.

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